TORINO. La cultura come un farmaco, impalpabile ma efficace. Anzi: come una terapia riabilitativa. La cultura prescrivibile, da assumere nelle giuste dosi sotto forma di musica e parole musicate. Di atti teatrali, anche. O che si dipana in una pellicola cinematografica.
Venticinque tra ipoudenti ed ex sordi assoluti con impianto cocleare – il cosiddetto orecchio bionico – sono stati formati all’ascolto di un concerto con una lunga riabilitazione.