Isolamento, solitudine e abbandono; paura del futuro: la pandemia Covid-19 ha imposto cambiamenti radicali alla routine quotidiana di tutti , ma ha determinato un impatto particolarmente significativo sulla vita dei disabili neurosensoriali. La conferma arriva da uno studio condotto da Luciano Bubbico, otorinolaringoiatra responsabile del gruppo Prevenzione disabilità uditive e visive dell’Istituto Nazionale di Analisi delle Politiche Pubbliche (Inapp). L’indagine è stata condotta attraverso un sondaggio specifico online, inviato dal 1 aprile 2020 al 31 giugno 2020 tramite social media a comunità di soggetti con disabilità neurosensoriale grave accertata, appartenenti a cinque associazioni di pazienti: Lega del filo d’oro; Unione italiana ciechi; Fiadda Umbria onlus; Affrontiamo la sordità insieme e Associazione Portatori di impianto cocleare onlus. Proprio oggi, in occasione della Giornata Internazionale dei Portatori di impianto cocleare (International Cochlear Implant Day), data che coincide con il 64° anniversario dell’impianto cocleare, le associazioni stesse lanciano l’allarme sugli effetti devastanti che un nuovo lockdown potrebbe avere sulla vita dei disabili neurosensoriali.
L’obiettivo dello studio
«L’obiettivo dello studio era di comprendere meglio l’impatto della pandemia da Sars-CoV-2 sulla popolazione di disabili neurosensoriali non ricoverati in istituto, esplorando gli effetti delle misure di restrizione e distanziamento sociale sul comportamento dei partecipanti rispetto ai vari aspetti della vita quotidiana», premette Bubbico. Gli argomenti proposti affrontavano gli effetti derivanti dal lockdown sul comportamento dei partecipanti allo studio rispetto a vari ambiti tra cui : istruzione; didattica a distanza; telelavoro; riabilitazione a distanza; uso di dispositivi di protezione individuale (maschere facciali); distanziamento sociale; aspetti pratici della vita quotidiana. Sono state arruolate 166 persone con disabilità uditiva (65,6%) e visiva (34,4%). L’età media del gruppo di studio è di 37,9 anni; il 57% femmine e il 43% maschi. «Un aumento del disagio psicologico si riscontra in tutto il campione aggravato dall’isolamento, con un effetto significativo sull’incremento di disturbi del sonno (49,2%) — spiega Bubbico — . Per coloro che si affidano alla lettura delle labbra e alle espressioni facciali, l’uso della mascherina ha causato grosse difficoltà di comunicazione».
Ridotto accesso a molti servizi di supporto
«Dai nostri dati emerge inoltre un ridotto accesso a molti servizi di supporto per i disabili neurosensoriali più vulnerabili (87,5%). La richiesta di una maggiore assistenza sociale è presente nel 46,5% del campione, mentre per i disabili uditivi le mascherine trasparenti rappresentano la più frequente soluzione richiesta». Nel lungo periodo di emergenza che stiamo vivendo, le persone con disabilità neurosensoriale rappresentano una popolazione altamente fragile perché a causa del loro deficit comunicativo hanno una maggiore difficoltà ad accedere ai servizi sociosanitari.
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fonte : Il Corriere della Sera
di Ruggiero Corcella