... grazie agli estrogeni che preservano i sensi. Ma i vantaggi si riducono dopo la soglia dei 50 anni.
«Cos'hai detto amore?». «No, no, niente cara». Se per caso pensate di averla scampata bella con quel «no, niente», vi sbagliate di grosso. Il «cos'hai detto?» di una donna è quasi sempre una finta domanda e non una richiesta di ripetere. A svelarlo è la scienza. Le donne sembrano avere un udito migliore degli uomini, in particolare per le frequenze del parlato (circa mille Hertz).
Sarebbe proprio per questo che il sesso femminile ha anche sviluppato una parlantina, doti linguistiche e di apprendimento generalmente più spiccati degli uomini. Oltre ad avere il super udito, le donne lo preservano anche di più nel tempo. La sensibilità uditiva, infatti, peggiora con una velocità doppia nel sesso maschile mentre nel sesso femminile si conserva almeno fino ai cinquant'anni.
BENEDETTI ORMONI.
Il segreto? Sembra sia nascosto negli ormoni. A confermare i dati è uno studio svolto da Alessandro Martini, otorinolaringoiatra dell'università di Padova, che dimostra come il calo delle capacità uditive colpisca di più gli uomini e come gli ormoni abbiano un ruolo protettivo fra i trenta e i cinquant'anni.
Anche la ginecologa e sessuologa del San Raffaele Alessandra Graziottin conferma l'importanza degli ormoni per l'udito e per i sensi in generale. Sul suo sito spiega come gli estrogeni siano «una linfa che nutre tutto il corpo femminile, inclusi gli organi di senso e la voce. Nutrono l'udito, l'olfatto, il gusto, la vista, il tatto, in quanto contribuiscono a mantenere sani gli organi che sottendono queste preziose funzioni, rallentando l'impatto dell'invecchiamento».
Le ricerche svolte dimostrano anche che l'orecchio dell'uomo sia più «cagionevole» perché più esposto al rumore, sia nelle attività lavorative, sia in quelle ludiche, a cominciare dai giochi dell'infanzia, sicuramente più rumorosi rispetto a quelli delle bambine. Inoltre, bisogna considerare che il sesso maschile è statisticamente più coinvolto in eventi traumatici sul lavoro, incidenti stradali, scontri e colpi violenti, oltre che essere più esposto al fumo e a fattori di rischio metabolici: tutti elementi che contribuiscono a peggiorare la soglia uditiva.
«La perdita dell'udito - spiega Elena Cristofari, responsabile della struttura dipartimentale di audio-vestibologia dell'ospedale Macchi, ASST Settelaghi di Varese - è più spiccata negli uomini. Dopo i 50 anni però le differenze uditive di genere si riducono ma gli uomini restano più colpiti dalla presbiacusia, cioè dalla diminuzione dell'udito legata all'avanzare dell'età».
SEMPRE PIÙ RUMORE.
Oggi si contano 590 milioni di persone nel mondo e più di 7 milioni di italiani con un disturbo dell'udito. Si stima che entro il 2050 oltre un miliardo di individui nel mondo soffrirà di ipoacusia: una diminuzione della capacità uditiva che comporta una ridotta percezione dei suoni e difficoltà nel capire le parole, soprattutto se pronunciate a bassa voce o in presenza di un rumore nell'ambiente.
La perdita uditiva è più frequente nelle persone anziane a causa di un naturale invecchiamento del sistema uditivo. Infatti, più del 40% delle persone tra 60-69 anni presenta una forma significativa di ipoacusia e l'incidenza aumenta fino al 90% dopo gli 80 anni.
Tuttavia ci possono esser altre cause del calo dell'udito. Ad esempio infezioni mal curate o malattie da cui non ci si è protetti. Per questo i medici consigliano la vaccinazione contro le malattie infettive, dal morbillo alla meningite, e una forte prevenzione dalla rosolia per le donne.
Gli otorini cercano anche di educare a un rapporto corretto con il rumore che, già oltre gli 80 decibel, può provocare danni. Irreversibili oltre i 120 decibel.
CAUSE E SEGNALI.
Tra i sintomi da non ignorare per curare per tempo un problema di udito, ci sono alcuni segnali: innanzitutto quando si comincia ad avvertire qualche problema nel capire cosa ci sta dicendo una persona mentre ci parla in un luogo rumoroso, ad esempio un ristorante o un ufficio. Da non sottovalutare gli acufeni, cioè la sensazione di ronzio o di fischio. Anche le vertigini e i problemi di equilibrio possono essere il campanello d'allarme di un disturbo alle orecchie, così come la sensazione di ovattamento.
Le cause della sordità possono essere molteplici, anche ereditarie. Se uno o entrambi i genitori sono sordi, esiste il rischio elevato che lo sia anche il bambino. La compromissione delle capacità uditive può svilupparsi anche per altre cause durante tutto il corso della vita di una persona: nei neonati dopo malattie infettive tipo rosolia o sifilide, durante la gravidanza della madre oppure per nascita prematura, carenza di ossigeno, itterizia. Anche morbillo, meningite, parotite epidemica possono danneggiare l'apparato uditivo, così come l'uso di medicine ototossiche (tra cui alcuni antibiotici e farmaci anti malarici) in grado di danneggiare la coclea.
I medici hanno classificato quattro livelli di ipoacusia: leggera (se si è in grado di sentire e ripetere parole con un tono di voce normale alla distanza di un metro), moderata (se si è in grado di sentire e ripetere parole con un tono di voce elevato alla distanza di un metro), severa (se si è in grado di sentire alcune parole quando vengono urlate nell'orecchio), profonda (quando non si è in grado di percepire niente).
Ogni grado implica un diverso tipi di approccio medico e sociale, anche a seconda del grado di invalidità che crea.
L'ipoacusia neurosensoriale può essere prevenuta vaccinando i bambini contro malattie infettive, vaccinando le donne in età fertile contro la rosolia prima della gravidanza, sottoponendo al test per la sifilide le donne incinte, migliorando le cure prenatali con l'uso di medicinali ototossici soltanto in caso di prescrizione medica. Non a caso l'Organizzazione mondiale della sanità è impegnata nell'assistere i Paesi nell'ottica di una riduzione dei casi di compromissione dell'udito attraverso misure di prevenzione.
di Maria Sorbi
fonte : Il Giornale