I P.E.B.A. Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche sono uno strumento di pianificazione degli interventi, previsti in alcune norme vigenti inerenti sia l’accessibilità che il più ampio tema dei diritti delle persone con disabilità. I piani sono stati introdotti nel 1986 relativamente agli edifici pubblici (Legge 41/86, art. 32) poi estesi nel 1992 agli spazi urbani (Legge 104/92, art. 24); nel 1996 con il D.P.R. 503/96 artt. 3-4 vengono definiti anche i percorsi accessibili.
L’obbligatorietà della redazione del P.E.B.A da parte delle Amministrazioni competenti è stabilita entro un anno dalla adozione dalla Legge 41/86, riferita agli edifici pubblici; i termini di attuazione risultano ad oggi, in molte circostanze, ampiamente successivi o addirittura disattesi, proprio per la mancanza del piano.
La realizzazione del piano ingloba, con le diverse estensioni della norma, gli edifici agli spazi aperti oltre ad interessare altri molteplici aspetti; riguarda sia le barriere fisiche che quelle senso-percettive; consente di operare, creando continuità tra monitoraggio, programmazione e realizzazione degli interventi, per i quali vengono indicati i costi delle opere, per una più corretta programmazione finanziaria; supera un approccio episodico e frammentario dei progetti.
Il piano costituisce, alla stregua di ogni altro strumento di pianificazione, un approccio metodologico e programmatico con l’obiettivo, in questo caso, di migliorare i livelli di accessibilità.
Oltre la normativa di settore, spesso vincolata ad una sterile applicazione, il piano è diventato in alcune realtà - ricordiamo il Piano della Accessibilità di sei Comuni della Provincia di Pistoia- un elemento di raccordo tra gli aspetti prettamente progettuali e quelli più estesi di sostenibilità ed inclusione delle persone. Questa evoluzione consente di adottare soluzioni per una migliore vivibilità, conciliando la fruizione degli edifici, delle aree all’aperto, con destinazione ed utilizzo degli spazi. Uno strumento di “approccio costruttivo” alle criticità rilevate, che può essere incluso in più organici progetti di pianificazione nei quali impegnare più interlocutori e più ampi territori.
Inoltre, citando alcuni casi di particolare rilevanza, l’adozione del piano per il Comune di Milano ha rappresentato un elemento guida e, quindi, requisito di valutazione nella assegnazione del European Union Access City Award 2016 e per il Comune di Venezia uno degli strumenti di maggior impegno e di più ampia prospettiva nella adozione di soluzioni in un contesto indubbiamente ricco di sfide.
Nella difficile adozione dei P.E.B.A. due passaggi importanti sono quelli indicati dall’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con Disabilità (previsto dalla Convenzione ONU sui diritti delle Persone con Disabilità, ai sensi dell’art.3, comma 5, della Legge 18/19, con la quale l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU) - nel primo e nel secondo “Programma d’Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità”.
Nel primo Programma d’Azione (adottato con il D.P.R. del 4 ottobre 2013) nella linea di intervento - Promozione e attuazione dei principi di accessibilità e mobilità - viene esplicitamente indicata la necessità sia di rafforzare l'efficacia di strumenti programmatori di rimozione delle barriere in edifici e spazi pubblici esistenti e fissare obiettivi temporali certi per l'ottenimento dei risultati che rilanciare gli strumenti di pianificazione per l'adeguamento e all'abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici e spazi pubblici inserendo come elemento prioritario il tema dell'accessibilità nel quadro più generale del rinnovamento/restauro del patrimonio edilizio del paese.
Il secondo Programma d’Azione (adottato con D.P.R. del 12 ottobre 2017), nel perseguire una nuova strategia della accessibilità, fa emergere come necessaria la revisione e l’aggiornamento complessivo della normativa vigente in materia, per adeguarla ai principi della Progettazione Universale, in attuazione della Convenzione ONU.
In questa ottica l’obiettivo definito, nella stessa linea di intervento del primo Programma d’Azione, relativamente ai P.E.B.A., è rivolto a rivedere l'impianto normativo e regolamentare relativo all'accessibilità di spazi ed edifici pubblici esistenti al fine di definire i criteri e le modalità, stabilendo procedure, tempi di adozione ed approntando un sistema sanzionatorio per i casi di inosservanza.
I P.E.B.A come emerge non sono superati risultano, a prescindere dal nome e dal nuovo impianto normativo, che viene auspicato, come strumenti utili a sancire il diritto imprescindibile della accessibilità per tutti i cittadini.
di Giuseppina Carella
Fonte : Superabile.it