Mostre, esposizioni, convegni, fiere, sagre, concerti, spettacoli, eventi sportivi, rassegne, festival, cerimonie, celebrazioni, raduni, tornei, manifestazioni di qualsiasi altro tipo: organizzare tutto ciò è certamente un’attività complessa e bisognerebbe anche che tutti i fruitori si sentissero a proprio agio e fossero messi in condizione di partecipare. Per questo appaiono quanto mai utili le “Linee Guida per realizzare eventi inclusivi”, presentate di recente a Torino, sorta di decalogo per l’accessibilità degli spazi e la fruibilità degli eventi per tutti.
Il 5 dicembre scorso, in occasione di uno dei vari eventi organizzati a Torino per la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, sono state presentate nel capoluogo piemontese, presso le OGR (Officine Grandi Riparazioni), le Linee Guida per realizzare eventi inclusivi nelle OGR, sorta di decalogo per l’accessibilità degli spazi e la fruibilità degli eventi per tutti [se ne legga già nelle nostre pagine anche a questo link, N.d.R.].
L’iniziativa nasce dalla collaborazione di più enti: le già citate OGR, la Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino), la CPD di Torino (Consulta per le Persone in Difficoltà) e l’ISITT (Istituto Italiano per il Turismo per Tutti).
Si tratta di una serie di indicazioni che non riguardano solo le esigenze delle persone in difficoltà o con disabilità, ma anche delle persone anziane, delle famiglie con bambini, di chi si sposta portandosi dietro il proprio animale domestico, di chi ha allergie, intolleranze o specifiche esigenze dietetiche e così via. La stessa accessibilità è intesa nel senso di piena partecipazione, ovvero anche in termini di fruizione autonoma, di sicurezza, di comodità e piacevolezza.
Richiamando preliminarmente l’articolo 30 (Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (che tra un paio di mesi sarà già da nove anni Legge dello Stato Italiano), ove si riconosce il diritto delle persone con disabilità a prendere parte su base di uguaglianza con gli altri alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi e allo sport, le Linee Guida cercano di guardare l’evento dalla prospettiva dei suoi fruitori e della complessità che scaturisce dall’avere esigenze diverse e diversificate.
Ma di quali eventi si parla? A titolo esemplificativo sono considerate le seguenti attività: mostre, esposizioni, convegni, fiere, sagre, concerti, spettacoli, eventi sportivi, rassegne, festival, cerimonie, celebrazioni, raduni, tornei, manifestazioni di qualsiasi tipo.
E a quali princìpi ci si ispira? All’autonomia: ogni fruitore deve cioè avere la possibilità di muoversi e utilizzare spazi, servizi e attrezzature in maniera il più possibile autonoma e indipendente, senza dover chiedere aiuto a terze persone.
All’autodeterminazione: ovvero fornire ai fruitori una descrizione chiara, dettagliata e affidabile delle condizioni e soluzioni di accessibilità e fruibilità, li mette in condizione di valutare se l’ambiente è adeguato alle proprie esigenze e aspettative, e dunque di scegliere in merito.
All’Universal Design (“progettazione universale”), che impone di ricercare soluzioni inclusive, e di evitare il più possibile quelle “dedicate” (considerate segreganti, escludenti e poco efficaci). E ancora, alla pluralità di soluzioni, consistente nel privilegiare soluzioni progettuali, comunicative e organizzative differenziate rispetto alle diversità e alle esigenze umane, che offrano la possibilità di scegliere tra le diverse modalità di fruizione quella più adatta alle proprie esigenze. E da ultimo, ma non ultimo, all’uso di un linguaggio corretto, classificato e degno: l’attenzione al linguaggio, infatti, è parte integrante della cultura dell’inclusione e in tal senso – sempre in conformità alla citata Convenzione ONU – le Linee Guida suggeriscono di usare l’espressione “persone con disabilità”, e propongono una lista di termini da evitare – ma ancora utilizzati – per designare persone con disabilità specifiche, proponendo per ciascuno di essi la variante accettata e corretta.
L’accessibilità universale e inclusiva si applica a tutte le fasi organizzative e di realizzazione dei vari eventi. La comunicazione e l’informazione sugli eventi stessi dev’essere fornita in un linguaggio facile da leggere e da capire, e organizzata con criteri logici o cronologici, o comunque facilmente intuibili, con font di testo agevolmente leggibili, con contrasti cromatici efficaci, e una dimensione del testo stesso tale da consentirne una lettura agevole a chiunque.
Ulteriori indicazioni vengono poi individuate per la comunicazione tramite web, per quella cartacea, e per quella sul luogo dell’evento.
In merito all’accoglienza, molte sono le indicazioni fornite: è prevista ad esempio la formazione del personale preposto sui princìpi dell’accoglienza inclusiva e sulle modalità di relazione più idonee nei confronti di persone con esigenze specifiche; si suggerisce quindi di predisporre un servizio di prestito di ausili per il movimento (carrozzine a ruote, deambulatori, passeggini per bambini, sedili ripieghevoli); si consiglia infine di disporre una buona illuminazione, per permettere al cliente con difficoltà uditiva di poter leggere dalle labbra del proprio interlocutore, e anche una protezione dai rumori di fondo, in un ambiente silenzioso e tranquillo, al riparo dal rumore e dalla confusione, utile a chi abbia bisogno di un momento di tranquillità, ad esempio per assumere medicinali.
È importante, inoltre, cercare di coinvolgere tutti anche nei laboratori e nelle attività dinamiche, senza dimenticare che anche la pianificazione degli strumenti e delle procedure in caso di emergenza devono necessariamente considerare e tutelare la sicurezza dei “soggetti più deboli”, tenendo conto delle diverse modalità di muoversi, comunicare, orientarsi e relazionarsi.
Organizzare eventi è un’attività complessa, perché richiede l’impiego di molteplici competenze organizzative, relazionali, comunicative, logistiche ecc. E tuttavia, non basta che i contenuti dell’evento siano elevati, occorre anche che i fruitori si sentano a proprio agio e siano messi in condizione di partecipare. Per questo uno strumento che invita a guardare agli eventi a partire dalle diverse caratteristiche ed esigenze dei fruitori non è solo utile, ma è fondamentale per fornire un servizio di qualità. Già questa, pertanto, è un’argomentazione convincente per far tesoro delle indicazioni contenute nelle Linee Guida. Ma ce n’è anche un’altra: chi non include discrimina, e discriminare non è una buona cosa!
di Simona LANCIONI - Responsabile di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), nel cui sito la presente nota è già apparsa (con il titolo “Linee guida per realizzare eventi inclusivi”). Quest’ultima viene qui ripresa – con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.
FONTE: Superando.it
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